GRAZIE DUCCIO

 

La sua famiglia divisa tra campo e tribuna, i ragazzi del vivaio sul prato con i capi area della società. Dagli spalti gli applausi, gli striscioni e le bandiere al vento.

Il Presidente avrebbe voluto così.

E così è stato.

Sentito e commovente, il tributo a Riccardo Garrone è andato in scena proprio a ridosso del fischio d'inizio di Sampdoria-Pescara.

Sui maxischermi scorrono i flash di undici anni di comando blucerchiato.

Le note sono quelle di Lettera di Amsterdam e Forza Doria.

Sui led pubblicitari i messaggi della gente comune.

Nella Sud domina una scritta gialla: Semplicemente grazie Presidente. Per sempre nei nostri cuori.

Sarà così, e lo sarà per davvero.

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Le liti, Cassano, gli abbracci, l'Europa, i sigari.

Ci mancherà presidente!

Riccardo Garrone fumava il sigaro e conosceva bene due termini. Pace. Perdono. Anche sfuriata, litigata, abbracci, pace, Genova, benzina, umanità, Sampdoria, litigi, sogni, carezze. Era un vocabolario sincero, quello di Garrone. Era un uomo a schiena dritta, un genovese di quelli che descrivevano un tempo le poesie in musica dei grandi di quelle terre. Uno di loro. Era innamorato della Sampdoria, Garrone, visceralmente ed ardentemente. Antonio Cassano per lui era un figlio e da lui s'è sentito tradito. Perdono, pace, però. Dalla voce alta e grossa, Liguria contro Puglia, padre contro figlio putativo, da quelle parole forti da Sestri Levante, ad un vento di ponente soffiato sempre su Genova, fatto di scuse e di carezze. Come ha fatto anche con Francesco Flachi, anche lui genio e sregolatezza. Perché Garrone è sempre stato un antico amante del calcio come poesia, come dolce ricordo dei vicoli stretti e bui nei dintorni del porto. La Sampdoria nacque quando aveva dieci anni e mai, allora, avrebbe immaginato d'essere uno degli eredi di Piero Sanguineti. Ebbro di gioia e d'amore, sulle note di Claudia Mori. Piace ricordarlo così, Garrone, in un improvvisato ballo con Cassano dopo la conquista della Champions League. E con quel sigaro in bocca, con quelle parole sottili ma dure come staffilate. Con quella sincerità tosta, con quella capacità di picchiar col bastone ed accarezzare con la carota, che in pochi oggi sono in grado di fare. Porti i saluti di tutti a Mantovani, presidente. Mancherà a tutti. A Genova, alla Sampdoria ed a tutti gli amanti del calcio, e delle persone per bene.