COMBATTETE L'INFIAMMAZIONE
Quando la gente si incontra – a una festa, sul lavoro, al bar, in vacanza o in coda alla posta – parla spesso dei propri malesseri, sperando di confrontarsi con esperienze simili ed ottenere suggerimenti. L’infiammazione è uno dei temi più trattati in tali occasioni.
Forse non lo sapete, ma quando parlate di dolori, di irritazione, di bruciori, di perdite e di molte altre condizioni negative state spesso raccontando l’effetto finale di uno stato infiammatorio. E’ una specie di iceberg: sotto c’è l’infiammazione la parte visibile è il sintomo del malessere, mal di testa o mal di pancia che sia.
Da immunologo ho imparato che la maggiore responsabile dell’infiammazione diffusa è un’alimentazione ripetitiva, sempre simile a se stessa. Ciò è dimostrato, per esempio, dal fatto che un animale, quando vive un periodo disagio o di malattia, tendespontaneamente ad astenersi dal cibo per un breve tempo, in modo da creare un filtro verso lo stimolo infiammatorio.
A partire dal 2003, dopo il Congresso Mondiale di Allergologia di Vancouver, si è cominciato a definire le intolleranze alimentari come “allergie ritardate”, ossia condizioni che portano a sviluppare infiammazione per la continua ripetizione dello stimolo, per più giorni consecutivi, sulle cellule immunitarie dell’intestino.
In pratica, quindi, il fatto di mangiare tutti i giorni le stesse cose potrebbe diventare un mezzo per farci del male senza saperlo.
Nella tradizione della storia dell’uomo sono sempre esistiti momenti di “digiuno rituale”, oggi poco considerati. L’astensione rituale di cibi abitudinari o non salutari per un giorno alla settimana è parte della tradizione storica, e in seguito ogni religione ha dato particolare significato simbolico o teologico al “venerdì di magro”, al “sabato Kosher” o ad altre forme di controllo alimentare periodico. La realtà fisiologica sottostante rimane valida al di là di ogni motivazione religiosa o spirituale.
Ogni persona, nella sua quotidianità, può trovare adeguate soluzioni pratiche: prima ancora di rivolgervi ad un esperto di alimentazione potete amplificare le vostre capacità di adattamento inserendo ogni tanto un giorno di “attenzione alimentare” ai cibi che individualemnte assumete più spesso.
Nella cultura italiana si possono identificare quattro grandi gruppi: - latticini, - frumento e cereali, - lieviti e sostanze fermentate, - grassi idrogenati vegetali e cibi conservati. Se siete dei mangiatori abituali di pane, pasta, brioches o biscotti, potrete nutrirvi per un giorno alla settimana senza frumento mangiando per esempio dei fiocchi di mais al mattino e patate bollite o riso al posto del pane negli altri pasti. Se siete mangiatori abituali d latte e yogurt e formaggi, potrete fare colazione con latte di soia e cereali, evitando formaggi e latticini (e dolci che contengono latte) per un giorno alla settimana, e così via.
La possibilità di ridurre il sovraccarico alimentare lascerà spazio di recupero al sistema immunitario, e ridurrà almeno una delle componenti dell’infiammazione diffusa, restituendovi i la piacevole senzazione di tornare ad essere uno degli attori più importanti della vostra salute e di viverein sintonia con i ritmi della natura.COMBATTETE L’INFIAMMAZIONE
Quando la gente si incontra – a una festa, sul lavoro, al bar, in vacanza o in coda alla posta – parla spesso dei propri malesseri, sperando di confrontarsi con esperienze simili ed ottenere suggerimenti. L’infiammazione è uno dei temi più trattati in tali occasioni.
Forse non lo sapete, ma quando parlate di dolori, di irritazione, di bruciori, di perdite e di molte altre condizioni negative state spesso raccontando l’effetto finale di uno stato infiammatorio. E’ una specie di iceberg: sotto c’è l’infiammazione la parte visibile è il sintomo del malessere, mal di testa o mal di pancia che sia.
Da immunologo ho imparato che la maggiore responsabile dell’infiammazione diffusa è un’alimentazione ripetitiva, sempre simile a se stessa. Ciò è dimostrato, per esempio, dal fatto che un animale, quando vive un periodo disagio o di malattia, tendespontaneamente ad astenersi dal cibo per un breve tempo, in modo da creare un filtro verso lo stimolo infiammatorio.
A partire dal 2003, dopo il Congresso Mondiale di Allergologia di Vancouver, si è cominciato a definire le intolleranze alimentari come “allergie ritardate”, ossia condizioni che portano a sviluppare infiammazione per la continua ripetizione dello stimolo, per più giorni consecutivi, sulle cellule immunitarie dell’intestino.
In pratica, quindi, il fatto di mangiare tutti i giorni le stesse cose potrebbe diventare un mezzo per farci del male senza saperlo.
Nella tradizione della storia dell’uomo sono sempre esistiti momenti di “digiuno rituale”, oggi poco considerati. L’astensione rituale di cibi abitudinari o non salutari per un giorno alla settimana è parte della tradizione storica, e in seguito ogni religione ha dato particolare significato simbolico o teologico al “venerdì di magro”, al “sabato Kosher” o ad altre forme di controllo alimentare periodico. La realtà fisiologica sottostante rimane valida al di là di ogni motivazione religiosa o spirituale.
Ogni persona, nella sua quotidianità, può trovare adeguate soluzioni pratiche: prima ancora di rivolgervi ad un esperto di alimentazione potete amplificare le vostre capacità di adattamento inserendo ogni tanto un giorno di “attenzione alimentare” ai cibi che individualemnte assumete più spesso.
Nella cultura italiana si possono identificare quattro grandi gruppi: - latticini, - frumento e cereali, - lieviti e sostanze fermentate, - grassi idrogenati vegetali e cibi conservati. Se siete dei mangiatori abituali di pane, pasta, brioches o biscotti, potrete nutrirvi per un giorno alla settimana senza frumento mangiando per esempio dei fiocchi di mais al mattino e patate bollite o riso al posto del pane negli altri pasti. Se siete mangiatori abituali d latte e yogurt e formaggi, potrete fare colazione con latte di soia e cereali, evitando formaggi e latticini (e dolci che contengono latte) per un giorno alla settimana, e così via.
La possibilità di ridurre il sovraccarico alimentare lascerà spazio di recupero al sistema immunitario, e ridurrà almeno una delle componenti dell’infiammazione diffusa, restituendovi i la piacevole senzazione di tornare ad essere uno degli attori più importanti della vostra salute e di viverein sintonia con i ritmi della natura.
Tratto da: LE 100 REGOLE DEL BENESSERE. Fabrizio Duranti. Sperling e Kupfer Editori