Ernia iatale: rimedi naturali

10.11.2013 19:45

L’ernia iatale è una condizione anatomica mediamente diffusa, che comporta il trasferimento dell’area superiore dello stomaco dall’addome al torace. Spesso asintomatica, l’erniazione dello stomaco attraverso il diaframma viene riconosciuta per la presenza di una sintomatologia specifica, come il reflusso gastroesofageo, il dolore retrosternale, un senso di pressione al petto, difficoltà respiratorie, irritazione delle mucose orali e altro ancora.

La presenza di un’ernia iatale viene solitamente diagnosticata con una radiografia con mezzo di contrasto oppure con la gastroscopia. Normalmente, la cura è prettamente incentrata sul contenimento dei sintomi, mentre nei casi più gravi – ad esempio quando il tessuto dell’esofago è compromesso – si rende necessario un intervento chirurgico. Fortunatamente, e sempre su consiglio del proprio gastroenterologo di fiducia, l’ernia iatale può essere efficacemente tenuta sotto controllo, senza intaccare la qualità della vita. Di seguito, alcuni rimedi naturali, da considerate come coadiuvante e non dei sostituti alla terapia farmacologica.

POSTURA

La prima conseguenza di un’ernia iatale è la presenza di reflusso gastroesofageo. Per questioni per così dire meccaniche – come la non perfetta chiusura del cardias, la valvola che separa stomaco ed esofago – i succhi gastrici possono risalire fino alla bocca creando irritazione, mal di gola, sensazione di gonfiore a livello del collo, difficoltà respiratorie e altro ancora. Regolando la postura, ovvero rendendo difficile la risalita di questi succhi gastrici, si ha immediato sollievo. Quando si dorme, ad esempio, è bene sollevare il cuscino di una trentina di centimetri: mantenendo l’esofago in posizione più alta dello stomaco, per la gravità i succhi non riusciranno a risalire. Inoltre, buona norma è sedersi mantenendo la schiena adagiata agli schienali, così come è utile evitare di piegare il torso in avanti, ad esempio per sollevare pacchi o scatole. Si compia la stessa operazione piegando invece le gambe. In altre parole, più il torso viene mantenuto in verticale, minori sono i fastidi.

ALIMENTAZIONE

Gestire correttamente l’alimentazione aiuta a prevenire i fastidi del reflusso e dell’esofagite. Questo non si traduce automaticamente nella necessità di seguire una dieta povera o poco gustosa, tantomeno di limitarsi troppo in cucina, bensì di imparare quali siano i cibi che aumentano la produzione di succhi gastrici ed agire di conseguenza. Sicuramente il gastroenterologo avrà prescritto l’assunzione di antiacidi o di inibitori della pompa protonica, consigliando anche una dieta-tipo da seguire, bisogna però aggiungere che la reazione ai vari cibi è spesso soggettiva. Innanzitutto, è bene non mantenere lo stomaco vuoto per troppo tempo, perché gli acidi in eccesso risalirebbero con facilità: chi soffre di reflusso, dovrebbe mangiare poco alla volta, ma spesso durante la giornata. Utili in questo caso potrebbero essere cracker e pane, proprio per la loro capacità d’alto assorbimento delle produzioni gastriche. Si evitino gli alcolici, perché irritanti per un apparato digerente già messo a dura prova e probabilmente costantemente infiammato, e si faccia attenzione a quei cibi che aumentano la produzione di succhi, come il pomodoro, il cioccolato, i prodotti a lievitazione come la pizza. Le verdure, per la loro capacità di aumentare il transito, sono sempre indicate, ma andrebbero assunte a inizio pasto perché la loro digestione è più lenta di altri prodotti. L’acqua deve essere inoltre bevuta lentamente, senza abbondare troppo per non aumentare i liquidi nello stomaco: i 2 litri consigliati giornalmente vengono confermati, ma l’assunzione deve essere spezzettata nell’arco delle 24 ore. Infine, si suggerisce di mantenere un buon apporto di fibre nella dieta: la regolarità intestinale e lo svuotamento corretto del colon, riducono le pressioni anche sullo stomaco, altrimenti spinto verso l’alto da stipsi e gonfiore.

Erboristeria

L’erboristeria è ricca di rimedi per la salute dello stomaco, anche se il ricorso a erbe e altri ritrovati deve essere sempre concordato con il gastroenterologo, anche per non inficiare la cura in corso. L’argilla può essere un valido aiuto per tamponare le secrezioni risalite nell’esofago, ma attenzione: non bisogna utilizzare la stessa polvere idonea a trattamenti cosmetici. La melissa, oltre alle proprietà rilassanti, ha effetti diretti sulla facilitazione della digestione, così come tutte le piante calmanti come la passiflora, la camomilla e la malva, quest’ultima da assumere con parsimonia perché a grandi dosi può favorire la diarrea. Infine, può essere utile eliminare l’eccesso di aria da stomaco e intestino ricorrendo al carbone vegetale, ricordandosi di assumerlo lontano dai pasti perché le sue elevate proprietà adsorbenti hanno effetto anche sui principi nutritivi.

FONTE: http://www.greenstyle.it