GRAZIE PAOLO
GRAZIE PAOLO
A 19 anni dalla prematura scomparsa del nostro amato Presidente, vogliamo ricordare Paolo Mantovani in un modo un po' inusuale, con una chiave di lettura che sentiamo un po' più ‘nostra’. Riportiamo di seguito la foto di una coreografia a noi molto cara, realizzata a Verona in occasione di Chievo-Sampdoria, partita del girone di andata del campionato di Serie A 2003/2004, in occasione del decimo anniversario dalla scomparsa di Paolo. Lo striscione che incorniciava le bandierine blucerchiate recitava ‘U.C. SAMPDORIA: NON UNA SQUADRA MA UNO STILE DI VITA, GRAZIE PAOLO’. Mai striscione fu più azzeccato nel racchiudere in poche parole il rapporto degli Ultras Tito Cucchiaroni, quelli di ieri ma anche quelli di oggi, con il Presidente, ma soprattutto con l'uomo, Paolo Mantovani.
Acquistò la Sampdoria sul finire degli anni '70. E' impensabile per i giovani d'oggi pensare a come era la situazione a Genova per i doriani prima del suo arrivo. Eravamo pochi, non ricoprivamo ruoli esponenti nelle cariche amministrative in città, non vantavamo giornalisti dichiaratamente 'di parte' sulle testate giornalistiche ed in televisione.
Con l'arrivo di Paolo tante cose iniziarono a cambiare, le fila dei doriani aumentavano a vista d'occhio, chi nutriva simpatia per i colori blucerchiati iniziava ad esporsi e a dichiarare la propria fede calcistica pubblicamente, insomma, gli equilibri a Genova iniziarono letteralmente a sconvolgersi. L'Unione Calcio Sampdoria ed i suoi tifosi iniziarono a rappresentare una parte importante della città di Genova.
Ma Paolo Mantovani non è stato soltanto il Presidente delle Coppe e dello Scudetto, dei giocatori internazionali e della scoperta di giovani di talento. Paolo Mantovani è stato il Presidente della riscossa, colui che con le sue gesta straordinarie ha conquistato il blasone che ancora oggi ci permette di essere quello che siamo e di stare dove siamo, colui che ci ha ‘insegnato’ lo stile e l'unicità di cui oggi tanto ci possiamo vantare. Ha instaurato il suo rapporto con la tifoseria blucerchiata costruendolo giorno per giorno, donando e ricevendo, e possiamo affermare con certezza che le prime dichiarazioni del nostro presidente ci lasciarono li per li un po' frastornati. Sosteneva una filosofia di vivere gli spalti che all'apparenza per noi, per gli Ultras, aveva qualcosa di assurdo, ma che con il tempo abbiamo compreso avere una propria logica che non ci è stato difficile seguire.
Pretendeva a tutti i costi che la tifoseria doriana diventasse il valore aggiunto della società Sampdoria… voleva con tutte le sue forze che ci distinguessimo da tutti gli altri e per ottenere questo ‘predicava’ atteggiamenti in parte contrastanti con gli ideali perseguiti da un gruppo ultras, per di più un gruppo come il nostro.
Ricordiamo tra i tanti episodi il suo voler testardamente creare un clima più disteso tra la nostra tifoseria e quella pisana nei primi anni '80, nel periodo in cui la nostra rivalità con i neroazzurri era più accesa e sentita che mai. Paolo rispettava il nostro modo di essere, comprendeva le nostre ‘necessità fisiologiche’ (come dimostrato dal fatto che mai, neanche durante l'era di Paolo, ci siamo sottratti ai nostri rivali) ma non sopportava l'episodio in se stesso quando era fomentato ‘così... per fare’. La Sampdoria per arrivare dove Paolo riuscì a portarla aveva bisogno di stare ‘alla larga’ il più possibile da situazioni che avrebbero potuto in qualunque modo danneggiarla ed in questo senso lui operava.
Squadra e risultati non dovevano trovare intoppi lungo la strada e fu così che gli Ultras Tito uscirono dagli schemi classici di un gruppo ultras pur senza rinnegare il loro ESSERE ultras, comprendendo cosa era o non era il bene della Sampdoria. E' grazie a quest'uomo che siamo quello che siamo, così speciali e diversi da tutti gli altri… ed è proprio all'uomo più che al Presidente che il nostro gruppo è legato con immenso e smisurato affetto, e non importa se è per questo, se è per aver compreso e condiviso il suo pensiero che spesso ci siamo sentiti dire che da quest'uomo venivamo pagati… chi se ne frega. Paolo Mantovani è stato un uomo straordinario e quello che ci interessa e che ci consola, se pur in minima parte, per la sua perdita è che a distanza di 19 anni ancora le persone si ricordano di lui, non necessariamente i doriani, non necessariamente le persone a lui legate o coloro che gli erano personalmente in debito, ma soprattutto coloro che hanno una conoscenza storica tale da volergli addirittura intitolare una Via o un Largo, perché rimanga impresso indistintamente nella memoria di tutti.
Fonte: ultrastito.com