Il MIRTO, per il CUORE e per la GOLA

21.07.2012 15:48

ORIGINI E MITOLOGIA

La parola Mirto deriva dal latino Myrtus che a sua volta deriva dal greco Myrtos, ma probabilmente l'origine della parola è semita. Il sostantivo Myrtos è legato al mito greco dMyrsine, una ragazza invincibile nelle gare atletiche che venne trasformata da Pallade (divinità greca) in albero dMirto per aver superato un giovane in una gara ginnica.
Usato daglEgiziani per ornarschiome e vested ostentato daglEbrei quale simbolo dpace, fu considerato nell'antichità classica sacro a Venere, alle tre Grazie, sue ancelle, e ad Apollo, e considerato per questo simbolo della gloria, dell'amore eterno, della fedeltà coniugale e dgloria poetica.
Legato al nome dVeneredea dell'amore, il mirto compare infattin numerose leggende. Alcunritengono che la dea, dopo il giudizio dParide, scinse duna corona fatta con questa pianta; altri, basandossu quanto affermato da Ovidio nelle Metamorfosi, sostengono che la dea, quando uscì nuda dalla schiuma del mare, srifugiò dietro un cespuglio dmirto, per nascondersdaglsguardconcupiscentdun satiro.
Anche glantichRomanconoscevano il mirto. 
È noto che Romani fossero solitcoronare dtralcdmirto i generalche sdistinguevano in battaglia e che utilizzassero la stessa pianta quale segno propiziatorio per i giovansposi: i suofiori, ritenutper tradizione beneauguranti, erano presentnel bouquet nuziale ed inoltre non doveva mamancare nebanchettnuziali.
Plinio il Giovane cracconta che molte piante dmirto crescevano dove venne fondata Roma, alludendo così alla fama imperitura della città.
Una leggenda narra che Romani ed i Sabini sriconciliarono, dopo il famoso ratto, purificandoscon fronde dmirto e che apieddel Campidoglio ne furono piantatdue alberi
L'impiego fitocosmetico del mirto risale al medioevo: con la locuzione dAcqua deglangeli, s'indicava l'acqua distillata dfiordmirto.
Nella tradizione gastronomica sarda il mirto è un'importante condimento per aromatizzare alcune carni: i rametti sono tradizionalmente usatper aromatizzare iporchetto arrosto, ipollame arrosto o bollito e soprattutto sa taccula o grivia, un semplice ma ricercato piatto a base duccellagione.

 

PARTE UTILIZZATA:

  • le foglie, i fiore i frutti.

  • PERIODO DI RACCOLTA:
    le foglie igiugno-luglio, i fiorappena sbocciatall'inizio dell'estate e, inseconda fioritura, in tarda estate, da agosto a settembre e, con autunncaldi, in ottobre. Le bacche scolgono a fine estate.

  • DOVE SI TROVA:
    è una specie spontanea delle regionmediterranee, comune nella macchia mediterranea; il Mirto vegeta in tutto il mezzogiorno europeo, specialmente in Grecia, Italia (in Sardegna è un comunissimo arbusto della macchia mediterranea bassa), Spagna e nella Francia mediterranea.
    Generalmente resiste con difficoltà nelle regiona nord delle Alpma lo troviamo nelle contee sud-occidentaldell'Inghilterra, lambite dalla corrente del Golfo, e persino dell'Irlanda.

  • COME SI CONSERVA :
    le foglie e i fiorsessiccano in luogo aerato e all'ombra, rimuovendolspesso, e sconservano in recipientdvetro dotate duna buona chiusura.

  • ATTIVITA' PRINCIPALE:
    al mirto sono attribuite proprietà balsamiche, antiinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche.

 

MODALITA' DI UTILIZZO:  

  • IN COMMERCIO:
    sono soprattutto le foglie ad avere proprietà terapeutiche, lozione, olio essenziale.

  • USO INTERNO:

     è un buon astringente intestinale, aiuta ad eliminare i catarrbronchialed è antiemorragico. 

  • Infuso: 1 gr dfoglie in 1 dl dacqua, addolcito con miele e bevuto a cucchiaiate nel corso della giornata, da prendersuna o due volte al giorno.

  • USO ESTERNO :
    per le sue proprietà antisettiche è usato per detergere partintime infiammate o soggette a pruriti.

  • Infuso più concentrato: 4 gr dfoglie in 1 dl dacqua, addolcito con miele e bevuto a cucchiaiate nel corso della giornata, da prendersuna o due volte al giorno.

  • COSMESI:

L'essenza tratta dafiordmirto è molto usata in profumeria e cosmetica, e costituisce la nota Acqua deglangeli che possiede spiccate proprietà tonificante astringentottime per l'epidermide.
Anche un decotto dfoglie dmirto aggiunto all'acqua del bagno, o frizionato direttamente sulla pelle, svolge un'azione tonificante.

  • USI INDUSTRIALI

Il furfurolo, composto estraibile dalle foglie e dal legno, è usato nella produzione di materie plastiche termoindurenti, di solventi di nitro ed acetilcellulosa, di composti vinilici, lacche e vernici, anticrittogamici e insetticidi.
Va ricordato, anche se limitato, l'uso domestico che in passato si faceva del mirto per la preparazione d'inchiostro e per tingere di nero i tessuti.
Il legno di mirto è di colore grigio-rossastro, duro, pesante, omogeneo, di grana fine e idoneo per lavori di tornio ed intarsio.
In Sardegna, durante la seconda guerra mondiale, le foglie del mirto furono impiegate nella concia delle pelli. La difficoltà dei traffici e la conseguente mancanza di tannino, infatti, portarono alla scoperta di buoni livelli della sostanza nelle foglie del mirto e il loro conseguente utilizzo.

  • usi ambientali e ornamentali

Il mirto, come altre essenze della macchia mediterranea, può essere validamente utilizzato come integrazione alimentare per animali al pascolo.
Nel periodo invernale, tali essenze, possono assicurare la sopravvivenza delle greggi e dei bovini in particolari annate.
In particolare il mirto risulta avere un buon valore nutritivo sia delle foglie che dei frutti.
Già i Romani utilizzavano il mirto per abbellire parchi e giardini.
Le particolari caratteristiche del mirto, quali l'abbondante fioritura estiva, il portamento assurgente e la colorazione verde intenso delle foglie, rendono tale specie particolarmente adatta all'uso ornamentale.

  • CURIOSITA':
  • IN CUCINA:

nell'arte culinaria sarda questa pianta la fa da padrona.
Chnon conosce "is pillonis de tacculas"?
Sono le cosiddette grive, ci i tordcatturatcon le reto colaccperchè non ne vengano sciupate le carni, spennatma non svuotatdelle interiora, lessatin acqua e sale e, una volta cotti, messper un paio dgiornad insaporire in sacchettdtela piendfoglie dmirto. Smangiano fredde durano svariatgiorni.
Sono decisamente una leccornia!
Non da meno, a mio avviso, sono l'agnello, il capretto, il porchetto o meglio ancora il cinghiale cott«carraxu».
È un sistema dcottura che consiste nel lasciar bruciare della legna secca in una buca scavata nel terreno, ddimensionproporzionate alla mole dell'animale da cucinare. Una volta spentesle fiamme, sasporta la cenere della combustione e ssistemano nel fondo della buca rame foglie dmirto suqualsmette la carne da cuocere con l'aggiunta dqualche aroma e sricopre il tutto con un po' dterra sulla quale sfarà ardere dell'altra legna.
Dopo un paio d'ore spotrà gustare un ottimo arrosto.
Un'altra nostra specialità, utile per una buona digestione, è il liquore dmirto che può essere realizzato facilmente in casa.
Ecco la ricetta della nonna:
«Smettano 300 gr. dbacche mature in una bottiglia a collo largo contenente un litro dalcool puro a 90°, due chioddgarofano, un grammo dcannella e la buccia dmezza arancia, priva della parte bianca.
Tappare la bottiglia ermetticamente e lasciare in infusione per 15 giorncirca, agitandolo almeno una volta al giorno.
Trascorso il tempo stabilito, filtrare bene il titto e spremere le bacche messe a macerare.
Aggiungere uno sciroppo caldo fatto con mezzo chilo dzucchero ed ub quarto dacqua. Lasciare ancora in infusione per qualche ora, pofiltrare ed imbottigliare.

  • in casa :

per il loro profumo i fiordmirto sono largamente impiegatnella realizzazione dpot-pourri.