L'albero dei camposanti il CIPRESSO

02.11.2013 17:32

I cipressi sono considerati alberi perlopiù cimiteriali, tranne in Toscana, sul lago di Garda e nel Veronese dove adornano con la loro severa eleganza i poggi e i viali che conducono a ville e fattorie.

Anticamente, e ancora oggi in Oriente, questo albero evocava soprattutto il simbolo della fertilità per il suo aspetto vagamente fallico, tant'è vero che i Romani ponevano a guardia dei loro campi, giardini e vigne priapi dagli enormi attributi, intagliati in questo legno, in occasione delle nozze gli sposi ricevevano in dono, insieme ad altri alberi, dei cipressi.

Nelle novelle mediorentali simboleggiava l'amante, forse per la sua forma fallica, mentre la donna era evocata dalla rosa.

E' anche l'immagine vegetale dell'immortalità a causa delle sue foglie sempreverdi e del legno considerato incorruttibile, nel quale si erano intagliati la freccia di Eros, lo scettro di Zeus e la mazza di Ercole.

I Persiani vi coglievano il simbolo vegetale del fuoco per la sua forma evocatrice e sostenevano che fosse il primo albero del Paradiso.

A queste caratteristiche simboliche corrispondono quelle mediche: foglie e frutti contengono un elevato tasso di tannino e un olio essenziale molto aromatico che hanno un’azione vasocostrittrice e protettiva dei capillari.

La tintura di cipresso, utilizzabile in infuso o decotto, è indicata per curare le flebiti, varici, emorroidi, mentre l’essenza dei rami è antisettica, utile come sedativo della tosse.

La fama funeraria dell’albero è nata dai poeti greci e latini che cominciarono a considerarlo l'albero dei defunti. Ovidio nelle “Metamorfosi” narra che il giovinetto Ciparisso viveva con un dolcissimo cervo dalle corna d’oro. Un giorno giocando con un giavellotto acuminato, il ragazzo uccise inavvertitamente il suo amico e per la disperazione chiese dopo la morte, di poter mostrare un lutto eterno: si trasformò così in cipresso, venne così mutato nell'albero che porta il suo nome.

Quest’albero è sacro anche a Ade, il “Dis Pater“, ossia il più ricco di tutti gli dei, poiché il numero dei suoi sudditi, cioè dei morti, non cessa mai di crescere. Altre leggende affermano che le anime dei defunti giungessero a Plutone nelle sembianze di un cipresso.

Si narra che i  rami di quest’albero imponente e rigoroso, posti sulla tomba dei propri cari, li aiuti nel loro viaggio nei mondi invisibili.

L’olio essenziale di coccole (noci) di cipresso, favorisce la meditazione e viene utilizzato nei rituali di Samhain.
Anticamente, si usava portare addosso un pezzetto di legno di cipresso per proteggersi dai pericoli e avere una lunga vita; una collana composta da sette coccole su un cordino rosso invece, tutelava la casa da lutti e problemi.

Bibliografia:
-Florario di Alfredo Cattabiani
-Il grande libro delle piante magiche di Laura Rigoni

fonte: cavernacosmica.com