Agosto. Mare. Mia figlia, che sta per iniziare le scuole superiori, contenta per la nuova avventura scolastica, racconta il suo dispiacere per dover lasciare gli amici delle medie, molti già compagni alle elementari. Le amiche del cuore.
Mi ritrovo quindi a spiegarli che in ogni fase della vita scuola, superiori, università, lavoro si trovano amici, alcuni rimangono nel tempo altri si perdono e altri ancora non si frequentano più, perchè cambia la vita, le abitudini, i giri e i luoghi ma rimangono sempre un po’ con te. Rimangono con te per le cose che hai condiviso, per i ricordi anche se sbiaditi, per il pensiero, per le associazioni con fatti, gioie e piccoli dispiaceri dell’infanzia.
Allora la sua domanda è normale “chi sono i tuoi amici del cuore, per ogni periodo, che ricordi?” Altrettanto naturale è la risposta, il nome del mio primo amico del cuore: Lolli.
Allora mi ritrovo a raccontarli cosa era la vita per noi che negli anni ‘70 vivevamo in via al Garbo e dell’allora mio amico inseparabile Lolli. L’amico del cuore.
Con Lolli eravamo insieme in classe, sezione G scuola De Amicis, piazza Pallavicini, con l’indimenticabile maestra Rivanera, credo fosse il cognome da sposata, usava così. La ricordo alta severa e un po’ mamma. In più abitavamo anche in due palazzi di fronte.
Con Lolli, quando eravamo piu’ grandicelli (chissà la 4 o 5 elementare?) si andava insieme giù per via Vezzani a piedi, mi sembra anche con l’autobus, a scuola.
Al ritorno, e questo lo ricordo per certo, grandi suonate di citofoni e fughe veloci.
Grandi partite di calcio “nel piazzale”, che poi era il piccolo parco giochi del condominio dove abitavo, appena arrivava il bel tempo, tre contro tre, io e Lolli in squadra con mio fratello in porta. slalom fra aiuole e altalene, scivolo, giostra per fare un cross.
Lolli era il più bravo, aveva i piedi sicuramente migliori dei miei. Poi i compleanni e i pomeriggi passati a giocare in casa, in genere a cow-boy poi crescendo duelli con arti marziali improvvisate, almeno da me.
Soldi ce n’erano pochi e ci divertivamo con poco: la cerbottana, lo spara-elastici, la bicicletta, tanto tempo insieme all’aperto con i bambini del quartiere. Spensierati e felici, banale si potrà dire. Ma era vero miglior infanzia non avremmo potuto avere.
Ricordi a flash: la signora Linda, Marcella e Rita in casa di Lolli, Linda che parla con mia madre sul ponte sul Torbella, io Lolli e le mamme a far la spesa. Si perchè la spesa all’epoca si faceva negozio per negozio.
Le mamme che parlano con le vicine di case incontrate per strada
I quaderni e le penne e i rari giochi, comprati da Dadin, la carne da Gino, la focaccia da Dante e il ghiacciolo, lo ricordo a 50 lire, da Battista. Eravamo piu’ semplici, piu’ poveri e, non so se piu’ felici, certamente più sereni perche’ la vita era meno cervellotica e il domani sembrava avrebbe portato miglioramenti.
Insieme a cantare dai frati. Le mamme che ci preparavano la merenda.
Un tentativo insieme dai lupetti e poi in reparto, da me abbandonati per pigrizia. L’alluvione. Il ricordo del Signor Pino che cuoce l’agnello nel greto della Gea, il Torbella in gergo. Il vecchio parroco, poi Don Luciano e l’indimenticabile Don Prospero.
Insieme a vedere le prime partite della nostra Samp. I raudi e le bombette tirate nel periodo pre-capodanno, i Tex Willer e i Zagor, le figurine.
Poi le strade si sono lentamente divise. Non ricordo quando con precisione, fra le medie e i primi anni delle superiori.
Cambiato quartiere, poi cambiata città. Il lavoro porta lontano, molto lontano. Genova ormai distante.
Ogni tanto qualche notizia di rimbalzo, sempre piu’ di rado. Ho incontrato Lolli l’ultima volta quindici o venti anni fa, ero rientrato per Natale e in via Vezzani ci siamo incontrati.
Ricordo l’impressione che avevo avuto di un amico ritrovato, come se non ci fossimo mai persi.
Infine quando mia figlia, mi ha chiesto com’era Lolli ho risposto: sereno, buono, leale e soprattutto era il mio amico.
Ciao Lolli.
un amico di Lorenzo