ottobre, eteree armonie
Ottobre è la sera dell'anno; al primo novembre finisce l'anno agricolo, questo mese si muove tra il crepuscolo di san Michele, 29 settembre, e la notte di San Martino, il primo novembre.
Se facciamo partire, come i romani antichi, l'anno dalla stagione vegetativa, cioè dall'equinozio di primavera del 21 marzo e quindi dall'Ariete, qui siamo esattamente agli antipodi; abbiamo percorso tutte le fasi della luce e ora stiamo declinando verso il buio. Molti esperti lettori dei tempi citano come periodo 'individuale', legato all'io, quello che va dall'equinozio di primavera a quello d'autunno (21 settembre); da lì in poi, nella parte 'notturna' dell'anno, parte il periodo 'sociale' nel quale l'individuo non vede più solo sè stesso ma si inserisce nella comunità, è l'io che incontra l'altro instaurando una comunicazione; è il momento della comunità con gli altri, è la manifestazione dell'uomo come essere sociale.
Il concetto si ripete, ad un altro livello, sul piano del rapporto tra materialità ed individualità; mentre il primo periodo è quello dell'azione materiale questo secondo che inizia in Bilancia è "in dialettica con l'aurora dell'anima" scrive Barbault, preparando un periodo che grazie al bilanciamento degli opposti rappresenta 'il ritorno all'unità, al non manifestato, perchè il manifestato è polare' (Cattabiani), il crepuscolo di un autunno fisico bilanciato da una primavera spirituale: è la vittoria dello spirito sulla materia.
Vittoria raggiunta a caro prezzo: ottobre è il periodo della semina, quello nel quale utilizzare le conoscenze derivate dalla saggia Vergine precedente per individuare le scorte necessarie e tagliare quanto non serve, eliminare il superfluo, impostare una vita regolare, anche sacrificata, per superare la notte buia dell'inverno.
Ancora una volta, ci si spinge in alto; a ben vedere questo periodo sembra il momento di caricamento di una molla che ci catapulta verso altezze inimmaginabili.
Se così è, se il significato di questo periodo è legato a questo 'caricamento' dell'anima, dovremo trovarne traccia nelle storie antiche; indaghiamo quindi le conoscenze della 'ciarlatana' astrologia e diamo la solita occhiata alle feste liturgiche di Santa Romana Chiesa per vedere se qualche affinità può risuonare, per vedere se ancora una volta il tempo, la stagione, il mito e la religione possano far vibrare un diapason intorno ad un 'la' che ci faccia riconoscere e dia senso al momento che viviamo.
Astrologicamente ottobre è caratterizzato da un dato apparente molto negativo: è la 'caduta' del Sole, ovvero il Sole si trova in una posizione tra le peggiori nell'anno; il pianeta simbolo del carattere forte, dello sfolgorante io (che veniva esaltato poco tempo fa, in agosto, con il prorompente Leone) qui scende ad un minimo, proprio per indicare la preminenza dello spirituale sul fisico; contemporaneamente viene esaltato Saturno, pianeta retto, definitivo, intellettuale ed intransigente (beh, per qualcuno fin troppo, anzi pianeta 'sfigato', si ricorderà il titolo del film 'Saturno contro'), è lui che 'pesa' i piatti della bilancia e che con la spada mena i fendenti per staccare il superfluo, l'inutile, senza alcuna pietà. Oltre al sole anche Marte, il pianeta del combattimento e dell'aggressività, è qui in caduta; è il momento della riflessione e della valuazione delle forze, non della guerra e dell'attacco.
Dopo tanti aspetti un po' problematici, si deve anche dire: è domicio di Venere.
Venere qui sfolgorante rappresenta la bellezza nel senso più alto del termine; la bellezza che strugge, che confonde l'anima, la bellezza terrena che è riflesso di quella divina; è il dolore dell'anima che al crepuscolo ingoia con gli occhi i colori del tramonto perchè sa che sono il segno manifesto dell'unione con il divino; unione impossibile in questo mondo polare ma in qualche modo, in qualche stato, raggiungibile, giacchè non esiste desiderio di ciò che non esiste ed ogni cosa, perchè desiderata, esiste.
Risulta quasi impossibile di fronte a queste altezze non rilevare l'elenco delle festività religiose di Ottobre, mese parco di feste anche nell'antichità ma che conserva un filo conduttore che ben si adatta alla Bilancia; feste non di primo piano, quasi sottotono, che nascondono in questi apparente basso profilo una illuminazione estatica e potentissima guidata dalla bellezza e dall'armonia, nel quale l'aspetto della mistica è elevato alla quint'essenza; le due terese, la Teresina di Lisieux e Teresa d'Avila, san Francesco d'Assisi, San Luca, la festività della Madonna del Rosario, solo per citarne alcune nel mese, sono calibri da novanta che possono stimolare la fantasia del più incallito laico curioso ricercatore delle cose di chiesa.
Certo, ogni laico può innalzare barriere di fronte a tutto ciò che è cattolico; ma, com'è stato oggetto della precedente settembrina liturgia e come ottobre insegna, è bene fare spazio al 'male' personale, a ciò che è distante da noi e dal nostro modo di pensare, lasciarsi penetrare dagli opposti ai nostri pensieri, lasciare che il nostro animo venga invaso al nemico perchè avvenga lo scontro, la battaglia, a volte anche la guerra che ci consentirà di conquistare nuovi territori.
La madonna del Rosario in Ottobre avvicina la mente più materialista al senso della 'ripetizione' insito nel Rosario e facilmente collocabile accanto ai 'mantra'; chi ritiene questa preghiera un residuato devozionale viene sicuramente colpito dall'intenso sforzo del Papa dell'era dell'Aquario (Giovanni Paolo II) nel modificarne la struttura, inserendo anche i misteri luminosi o della luce, oltre ai preesistenti gaudiosi, gloriosi e dolorosi; colpisce inoltre il parallelo con alte preghiere 'mantriche' simili al rosario, come il tasbihislamico, lo juzu giapponese, il mala indiano, il Kombuskini ortodosso.
Di Teresa di Lisieux basta leggersi i 'Manuscript autobiographiques' per rendersi conto delle altezze raggiunte dalla mistica contemplazione, dalla sua 'pioggia di rose'; confonde un po' la mente e l'immaginazione pensare che il Papa che l'ha santificata la definì un 'uragano di gloria'.
Il 4 si festeggia San Francesco; lo so dovrebbe fare il 3, il giorno della sua morte ma ancora una volta interviene il concetto della sera; allora infatti il giorno terminava con i vespri della sera, Francesco morì dopo di essi 'Ancora non era notte / il sabato dopo i vespri' canta Angelo Branduardi nella bellissima lirica di descrizione della morte del santo; in questa canzone viene riportato il canto delle allodole sopra Francesco al momento della morte, episodio riportato da molti narratori.
In ottobre si festeggia l'evangelista Luca, quello che più di tutti viene riferito alla comunicazione; è facile il collegamento con la precedente parte che definisce per ottobre l'io che si apre agli altri tramite la comunicazione.
Dell'altra santa Teresa d'ottobre, Teresa D'Avila, di nuovo è il misticismo a stupire; ammirando la Estasi di Santa Teresa del Bernini e, più ancora leggendo la descrizione dell'estasi che la santa stessa ha redatto ne 'Il libro della mia vita' ci si presenta anche il filo sottile che divide la Venere celeste da quella terrestre.
Ecco la descrizione:
« Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l'angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio. »
E' evidente il possibile richiamo sessuale; ognuno leggendo può decidere se pensare alla bellezza mistica o a quella terrena (sempre che la differenza esista).
La Venere d'ottobre utilizza la bellezza del materiale per esaltare gli uomini in una dimensione superiore; ci aiuta Plotino: 'Quando dalla bellezza di quaggiù essi risalgono al ricordo di quella superiore, amano quella come soltanto come immagine dell'altra; ma quando non hanno questa reminiscenza, poichè ignorano la loro passione, immaginano che la bellezza terrrena sia quella vera.'
Ottobre insegna ad evitare la battaglia oltranzista (esilio di Marte!) contro il nemico, il diverso, il concetto sbagliato; si spinge invece ad accettarlo per cercare di farne una sintesi armonica, per inserirlo all'interno della tensione tra le cose belle buone e giuste che abbiamo in testa e quelle brutte cattive e sbagliate che sono al di fuori del nostro modo di pensare.
Per quanto possa sembrare un concetto di relativamente facile applicazione è in realtà di complicatissima realizzazione; è molto più semplice condurre battaglie esaltanti e gratificanti contro un palese, dichiarato nemico piuttosto che farsi del male, lasciare che il diverso-da-ciò-che-penso possa ferire entrando nei pensieri, concedendogli spazio e una qualche legittimità.Ciò non significa abdicare ad ogni scelta, non prendere posizione. Qualsiasi sia la battaglia, che riguardi la politica, la medicina, il vegetarianesimo, le scie chimiche, la convivenza tra persone o il sesso degli angeli, ottobre ci insegna ad essere consapevoli del polo opposto vivendone le ragioni e a comportarci di conseguenza, assorbendo il pensiero di chi la pensa diversamente, vivendo la tensione tra le opposte polarità e cercandone una sintesi armonica: ed è in questa ricerca di equilibri che può riflettersi la bellezza del creato che illumina l'anima.
L'autunno, la sera, la poesia, la bellezza, la mistica, l'armonia: ottobre è un mese che porta in alto. Un mese nel quale la bilancia soppesa gli opposti e cerca il punto di equilibrio che libera dal fardello della polarità e porta nei pressi del divino; il superamento del velo di maya, direbbero ad altre latitudini.
Potrebbe essere questa la liturgia del mese: liberare gli occhi perchè scorrano sui colori dell'autunno, abbandonare qualsiasi resistenza lasciando penetrare nell'anima il mistero della bellezza.
È vero, principe, che lei una volta ha detto che la bellezza salverà il mondo?
Fëdor Dostoevskij, L'Idiota
Italo Losero