PANE CARASAU

02.03.2013 15:06

 

Il Pane Carasau, prodotto di panificazione simbolo della regione, è comunemente chiamato anche “carta musica” in relazione al colore simile a quello della pergamena e al fatto di essere sottile quanto un foglio di carta.
È un pane leggero e croccante, che si spezza facilmente e si conserva a lungo, ottenuto lavorando farina di grano duro, acqua, lievito e sale.
La farina è prima impastata con acqua tiepida, salata e lavorata lungamente, quindi addizionata di lievito e ulteriormente lavorata in modo da ottenere una massa omogenea.
Questa viene riposta in appositi canestri, coperta con un panno e lasciata lievitare per alcune ore.
A lievitazione completata, l’impasto è modellato a forma di cilindro e tagliato a fette dalle quali si ricavano dei dischi di circa 40 centimetri di diametro e spessi 2-3 millimetri.
Man mano che questi sono pronti, si impilano alternandoli con grossi panni ripiegati; si fanno quindi asciugare passandoli uno per volta nel forno a legna a 250 °C ed estraendoli dopo 20 secondi.
Sono quindi posti nuovamente in forno: la pasta, a causa del calore, si gonfia fino ad assumere una forma di pallone.
Con esperta manualità viene estratta, incisa nel fianco, sgonfiata, quindi tagliata lungo la circonferenza e separata in due dischi.
La panificazione si conclude pressando di nuovo i dischi impilati e infornandoli singolarmente per biscottarli.
Al termine, il pane assume colore dorato, odore di farina con sentori tostati e sapore delicato e fragrante.
Foto: PANE CARASAU

Il Pane Carasau, prodotto di panificazione simbolo della regione, è comunemente chiamato anche “carta musica” in relazione al colore simile a quello della pergamena e al fatto di essere sottile quanto un foglio di carta. È un pane leggero e croccante, che si spezza facilmente e si conserva a lungo, ottenuto lavorando farina di grano duro, acqua, lievito e sale.La farina è prima impastata con acqua tiepida, salata e lavorata lungamente, quindi addizionata di lievito e ulteriormente lavorata in modo da ottenere una massa omogenea. Questa viene riposta in appositi canestri, coperta con un panno e lasciata lievitare per alcune ore. A lievitazione completata, l’impasto è modellato a forma di cilindro e tagliato a fette dalle quali si ricavano dei dischi di circa 40 centimetri di diametro e spessi 2-3 millimetri. Man mano che questi sono pronti, si impilano alternandoli con grossi panni ripiegati; si fanno quindi asciugare passandoli uno per volta nel forno a legna a 250 °C ed estraendoli dopo 20 secondi. Sono quindi posti nuovamente in forno: la pasta, a causa del calore, si gonfia fino ad assumere una forma di pallone. Con esperta manualità viene estratta, incisa nel fianco, sgonfiata, quindi tagliata lungo la circonferenza e separata in due dischi. La panificazione si conclude pressando di nuovo i dischi impilati e infornandoli singolarmente per biscottarli. Al termine, il pane assume colore dorato, odore di farina con sentori tostati e sapore delicato e fragrante.