Visita ai musei delle streghe in Sardegna

02.03.2013 14:21

La Sardegna offre molti possibili appuntamenti con il mondo del mistero. Un mondo abitato da Streghe e tradizioni popolari che fanno parte del patrimonio culturale dell’intera Isola.
Nel paesino di Aritzo, nel centro della Barbagia famoso per la produzione di castagne e ciliegie, l’antico carcere dell’inquisizione Sa Bòvida ospita un museo dedicato agli strumenti di tortura e alle stregonerie. Il museo sorge nel centro del paese, inerpicato su una stretta scalinata: un vecchio edificio del ‘700, utilizzato fino al dopo guerra come carcere di massima sicurezza.L’edificio è caratterizzato da un sottopassaggio di origine spagnola, chiamato appunto Sa Bòvida (la volta). Il percorso
si articola nei vari ambienti dell’antico carcere e comprende la mostra permanente intitolata “Bruxas”, dedicata alla magia e alla stregoneria tra XV e XVII secolo: oggetti rituali di tipo religioso, magico e stregonesco introducono il visitatore nel mondo delle credenze popolari e delle più terribili maledizioni.
Una parte della mostra è dedicata all’Inquisizione con una collezione di strumenti di tortura utilizzati per secoli contro coloro che venivano accusati di stregoneria e malefici.
Il Museo di Aritzo non è l’unico nel suo genere, anche nella provincia di Oristano, il piccolo centro di Bidonì, situato sul lago Omodeo, ospita il Museo “S’Omo ‘e sa Majarza” (“La casa della Strega “). Il museo che sorge nella sede del vecchio municipio ripercorrendo le tracce della Magia Bianca e Nera, delle leggende e dei rituali misteriosi.  All’interno del museo il visitatore ha la possibilità di compiere un viaggio spazio temporale dove potrà osservare il “Malleus Malleficarum”, “Il Martello delle streghe”, un codice pubblicato nel 1486 divenuto la guida in tutti gli interrogatori per stregoneria, le celebri laminette in piombo con le più cupe maledizioni. Nel museo è custodita anche la rappresentazione della Parca della tradizione sarda, “Sa Filonzana”, una donna vestita di nero che tiene tra le mani un fuso che simboleggia il sottile filo della vita che può spezzarsi in qualsiasi momento e “su carru de sos mortos” che, nelle antiche credenze popolari, avanzava da solo cigolando, per trasportare le anime dei defunti. Poiché il carro poteva essere visto solo da chi doveva morire entro l’anno, incuteva terrore anche soltanto pronunciarne il nome.
Anche nel centro turistico di Castelsardo l’antico castello dei Doria, ospita al suo interno tante curiosità legate alla magia in Sardegna. Il Palazzo Episcopale propone mostre permanenti dedicate alla Stregoneria, eresia e Santa Inquisizione, in cui sono esposti gli strumenti di tortura utilizzati dagli inquisitori per ottenere la confessione di chiunque fosse sospettato di magia e stregoneria.

Fonte: https://www.sardegna.com.